Det­ta­glio del pro­get­to ed. 2020

INOUT | LADO | LAMBER+LAMBER – CHIE­SA DEL BUON LADRONE

Desi­gner Luca Ladi­net­ti
Loca­tion Via del Semi­na­rio 2, 40068 San Laz­za­ro di Save­na (BO) — Italia
Desi­gn Team

arch. Mario Assi­si, arch. Luca Ladi­net­ti, ing. Fio­rel­la Lam­ber, arch. Mario Lam­ber, arch. Pao­lo Lam­ber, arch. Valen­ti­na Milani

Anno 2019
Pho­to credits

Tut­te le foto­gra­fie di Simo­ne Bossi.

Foto ester­ni

Descri­zio­ne del progetto

Il pro­get­to del nuo­vo spa­zio sacro nasce da un pro­ces­so for­te­men­te par­te­ci­pa­to e con­di­vi­so con l’intera comu­ni­tà: una Chie­sa che non rinun­cia alla dimen­sio­ne sim­bo­li­ca ed evo­ca­ti­va, ma che al con­tem­po vuo­le esse­re rico­no­sci­bi­le e riconosciuta.

Par­ten­do dall’immagine arche­ti­pa di chie­sa, il pro­get­to ricer­ca un’architettura pri­va di vir­tuo­si­smi, essen­zia­le nei trat­ti e d’immediata com­pren­si­bi­li­tà: sobria, solen­ne, ma non monu­men­ta­le, imma­gi­ne di una misti­ca quotidianità.

Il peri­me­tro del­la nuo­va chie­sa è for­ma­to da pare­ti che nel­la loro inte­rez­za, si pie­ga­no, slit­ta­no l’u­na rispet­ta l’al­tra, diven­tan­do esse stes­se gran­di por­te semia­per­te, indi­vi­duan­do due pun­ti di acces­so all’aula prin­ci­pa­le, oltre all’ingresso principale.
Un spac­ca­tu­ra con­ti­nua, da cie­lo a ter­ra e lun­go tut­ta la coper­tu­ra, sezio­na e fen­de l’involucro del­la Chie­sa, rive­lan­do la pre­sen­za del cie­lo. Uno “squar­cio nel velo del tem­pio” inti­ma­men­te con­nes­so alla scel­ta dell’intitolazione del­la nuo­va Chie­sa al Buon Ladro­ne e al mes­sag­gio di reden­zio­ne che vuo­le trasmettere. 

Lun­go il peri­me­tro, rica­va­ti in nic­chie mura­rie, sono orga­niz­za­ti i prin­ci­pa­li spa­zi litur­gi­ci: il bat­ti­ste­ro di fian­co all’ingresso, la cap­pel­la feria­le e, spe­cu­la­re a essa, un ambi­to rac­col­to dedi­ca­to al coro. Anche il per­cor­so arti­sti­co si svi­lup­pa sfrut­tan­do l’intero svi­lup­po mura­rio. Il vuo­to cen­tra­le risul­tan­te è dedi­ca­to all’assemblea. Uno spa­zio inti­mo e misu­ra­to che ha come ful­cro l’altare, attor­no al qua­le si dispon­go­no a semi­cer­chio, come un abbrac­cio, i ban­chi, in gra­do di acco­glie­re oltre tre­cen­to fedeli.
I fuo­chi litur­gi­ci – l’altare, l’ambone, il fon­te bat­te­si­ma­le – sono ele­men­ti lapi­dei in sele­ni­te: un ges­so cri­stal­li­no carat­te­ri­sti­co del­le col­li­ne bolo­gne­si. Pre­sen­ze for­te­men­te mate­ri­che che emer­go­no rispet­to allo sfon­do mura­rio bian­co e si accor­da­no con la natu­ra­li­tà del pavi­men­to ligneo. Ne deri­va uno spa­zio inter­no qua­si dome­sti­co, carat­te­riz­za­to da pochi mate­ria­li, inti­mo e acco­glien­te, enfa­tiz­za­to dal­la luce naturale.

Rela­zio­ne illu­stra­ti­va del progetto
Sca­ri­ca la relazione

Foto inter­ni

Dise­gni tecnici

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