nuova-chiesa-parrocchiale-santantonio-di-padova / Italia
Progettista | ARCH. GIANLUIGI RUSSO | |
Location | VIA BRESCIA, 73052, PARABITA (LE), ITALIA | |
Nazione | Italia | |
Design Team |
ARCH. GIANLUIGI RUSSO — Progettazione architettonica ed opere d’arte (altare, ambone, sede, fonte battesimale, tabernacolo) |
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Anno | 2017 | |
Crediti Fotografici | ||
Foto esterni
Descrizione del progetto
Il problema era quello di progettare una nuova chiesa, più ampia e accogliente per la comunità parrocchiale, su un’area di circa 2.500 mq che ospitava già una chiesa (275 mq), locali di ministero pastorale (aule 175mq e salone 600 mq) e un campo di calcetto in erbetta sintetica. Definito il problema nonchè i limiti entro i quali operare, è stato scomposto nelle sue componenti essenziali, scoprendo tanti sottoproblemi: il rapporto tra la chiesa esistente e la nuova chiesa, la connessione tra i locali di ministero pastorale esistenti e la nuova sacrestia e i nuovi uffici, il salone seminterrato da adeguare garantendo idonee vie di esodo e il forte dislivello esistente tra via Brescia e via Pio XII (livellato con materiale di riempimento per la realizzazione del campo di calcetto). La soluzione del problema generale è stata trovata attraverso il coordinamento creativo delle soluzioni dei sottoproblemi.
La nuova chiesa non gira le spalle alla chiesa esistente, ma si pone affianco ad essa affacciandosi sulla stessa strada, senza cancellarne la memoria (il vecchio e il nuovo insieme). Viene creato un corridoio vasariano di collegamento al di sopra del salone, in piano con i locali esistenti. Il salone viene liberato dal terrapieno che lo comprime attraverso la realizzazione di una strada interna di collegamento tra via Brescia e la via Pio XII, un percorso pedonale sul quale si apriranno i nuovi accessi e le uscite di sicurezza. Il sagrato adeguatamente sopraelevato ha consentito, sfruttando il forte dislivello esistente tra via Brescia e la via Pio XII, di portare il piano della nuova aula liturgica e della nuova sacrestia allo stesso piano delle aule e della sacrestia esistenti, mentre al piano inferiore è stata ricavata la casa canonica con accesso diretto dalla via inferiore. Il vecchio e il nuovo formano così un unico corpo in cui tutti gli spazi sono collegati tra essi attraverso percorsi interni. Infine, sulla copertura del salone potranno in futuro essere realizzati dei campi da gioco per i ragazzi (pallavolo, pallacanestro).
La tipologia architettonica della chiesa ha avuto una evoluzione continua nei secoli per adeguarsi alle esigenze del tempo.
Oggi, la grande riforma voluta dal Concilio Vaticano II e i documenti della Conferenza Episcopale Italiana in materia di edilizia di culto (cfr. Nota pastorale CEI del 1993 “La progettazione di nuove chiese”) hanno rappresentato il nostro punto di riferimento, insieme ad un’attenta analisi storico architettonica, condotta anche a livello locale, al fine di cogliere spunti e suggestioni da tenere presenti, senza limitare la ricerca creativa di nuove soluzioni (si fa cenno per brevità solo alle numerose chiese costruite prima e dopo la seconda guerra mondiale da Giovanni Muzio a Milano e in Lombardia e da Rudolf Schwarz in Germania frutto del sodalizio con Romano Guardini – movimento liturgico).
I parametri principali sono i seguenti: la nuova chiesa ha una superficie complessiva di 840 mq, di cui 650 mq sono rappresentati solo dall’aula liturgica e i restanti 190 mq sono costituiti dalla sacrestia, dagli uffici e dai vani accessori che si sviluppano dietro l’abside.
La chiesa, da dedicare a Sant’Antonio di Padova, è ideata a navata unica con gli spazi organizzati in modo da presentare l’immagine dell’Assemblea riunita e consentire una partecipazione dei fedeli organica ed ordinata, oltre che essere funzionale ai fini degli spostamenti durante le varie azioni liturgiche. L’aula liturgica ha una marcata direzionalità che riporta verso l’altare (presbiterio non plenario, non si estende a tutti gli elementi liturgici), mensa del sacrificio e del convito pasquale, che costituisce il centro generatore di tutta la composizione architettonica sottolineata dalle due travi principali in legno lamellare e dall’abside inondata di luce che denota naturalmente un carattere ascensionale che riporta al simbolo della ricerca della fede e quindi della naturale tensione dell’uomo verso Dio.
Sul lato destro, rispetto all’ingresso, una sorta di navata laterale ospita la Cappella del Santissimo, il Coro e la Penitenzieria. Questi elementi più bassi consentono anche un raccordo altimetrico tra la chiesa e la strada laterale via Vittorio Alfieri.
Alte vetrate in onice, filtrano all’interno dell’aula una luce unica, calda e avvolgente.
All’aula liturgica si accede attraverso una porta centrale d’ingresso, che rappresenta insieme al portale in marmo l’elemento significativo del Cristo “porta” del gregge.
Al di sopra della porta, vi è una sorta di rosone di forma rettangolare, come in molti esempi dell’architettura locale, che rappresenta con il suo intreccio una serie di croci, senza inizio e senza fine, ricordo della passione, morte e risurrezione di Gesù che infine si libra e diventa segno visibile nella croce greca superiore.
L’ampio sagrato antistante, permette un raccordo tra l’edificio e lo spazio circostante e in particolare con le vie limitrofe. Esprime il valore della “soglia”, dell’accoglienza e del rinvio. Svolge la sua funzione di tramite e di filtro (non di barriera) nel rapporto con il contesto urbano.
Relazione illustrativa del progetto
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Disegni tecnici