Det­ta­glio del pro­get­to ed. 2024

gro­t­­ta-di-ester / Chile

Cri­sto­bal Montalbetti

Pro­get­ti­sta Cri­sto­bal Mon­tal­bet­ti / Cri­stian Fuh­rhop / Matias Alarcon
Loca­tion Puen­te Liu­cu­ra, km 3.5, 4920000, Pucón, Araucanía
Nazio­ne Chi­le
Desi­gn Team

Matias Alar­cón
Cri­stian Fuhrhop
Cri­sto­bal Montalbetti

Anno 2018
Cre­di­ti Fotografici

Matias Alar­cón
Cri­stian Fuhrhop
Cri­stó­bal Montalbetti

Foto ester­ni

Descri­zio­ne del progetto

Al di là del­le carat­te­ri­sti­che fisi­che che pre­sen­ta ogni cor­po, esi­sto­no infi­ni­ti rife­ri­men­ti imma­te­ria­li, con­no­ta­zio­ni adot­ta­te dal­la memo­ria o dal­la cul­tu­ra, che evo­ca­no rife­ri­men­ti a imma­gi­ni che costrui­sco­no un giu­di­zio pre­li­mi­na­re. Libe­rar­si di essi impli­ca un pro­ces­so di risi­gni­fi­ca­zio­ne, per cui ripren­de­re a costrui­re ha signi­fi­ca­to, in que­sto caso par­ti­co­la­re, un modo per ter­mi­ne il lutto.

Come in una sor­ta di pal­co­sce­ni­co, sono sta­te eret­te, in situ, 50 pez­zi di cemen­to pre­fab­bri­ca­to, cia­scu­no di qua­si mez­za ton­nel­la­ta. Una spe­cie di men­hir un po’ gof­fi, leg­ger­men­te incli­na­ti e piut­to­sto pesan­ti, ma che allo stes­so tem­po risul­ta­no estre­ma­men­te fra­gi­li a cau­sa dei loro bor­di imper­fet­ti e grez­zi. Que­sta tex­tu­re di ango­li acu­ti, pro­ve­nien­te dai cas­se­ri rea­liz­za­ti con tubi in PVC, pro­vo­ca un’im­ma­gi­ne si pre­sen­ta aggres­si­va, a cau­sa di suoi spi­go­li affi­la­ti, ma che per­met­te di misu­ra­re una distan­za, dan­do l’effetto di una cer­ta vici­nan­za all’o­pe­ra. L’im­ma­gi­ne indi­vi­dua­le, che ogni pez­zo cer­ca di pro­cu­ra­re, si dis­sol­ve nei bor­di man mano che la ripe­ti­zio­ne e l’im­per­fe­zio­ne dei loro pari costi­tui­sco­no un ele­men­to mag­gio­re; una col­le­zio­ne di imma­gi­ni indi­vi­dua­li, di memo­rie e costruzioni.

A cau­sa di que­sta ripe­ti­zio­ne si costi­tui­sce una sor­ta di muro con il qua­le abbia­mo volu­to distan­zia­re due spa­zi, uno più espo­sto, che si affac­cia sul­la val­le, che per­met­te di svol­ge­re le atti­vi­tà litur­gi­che, e un altro più con­te­nu­to con­tro il pen­dio, che cer­ca di iso­lar­si dal con­te­sto, deli­mi­ta­to dal­l’al­be­ro che com­me­mo­ra la tom­ba. Que­sti due spa­zi sono col­le­ga­ti uni­ca­men­te dal­la ten­sio­ne pro­dot­ta nel rom­pe­re la con­ti­nui­tà di ciò che è inte­so come sta­bi­le, inver­ten­do la dispo­si­zio­ne di uno di que­sti pez­zi, si desta­bi­liz­za ciò che è sta­to costruito.

Ci inte­res­sa l’a­spet­to spe­cu­la­ti­vo che ha susci­ta­to lo svi­lup­po di que­sto pro­get­to, ma non cre­dia­mo di poter par­la­re di un pro­ces­so con­clu­so, il fat­to­re più impor­tan­te per que­st’o­pe­ra è, di per sé, il tem­po. Con il suo pas­sa­re l’a­spet­to cam­bie­rà note­vol­men­te e il come e il per­ché è sta­ta costrui­ta si rap­pre­sen­te­ran­no solo con imma­gi­ni sfo­ca­te del suo sta­to… for­se lì, quan­do scom­pa­ri­rà la memo­ria, cre­dia­mo che si potrà ini­zia­re a discu­te­re di even­tua­li apprezzamenti.

Rela­zio­ne illu­stra­ti­va del progetto
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Foto inter­ni

Dise­gni tecnici