Detail of the project ed. 2024

una-anas­tilo­­sis-nece­saria-un-espa­­cio-reen­­con­­tra­­do-restau­ra­­cion-y-recu­per­a­­cion-vol­u­met­ri­­ca-del-antiguo-monas­te­rio-de-san­­ta-clara-como-cen­tro-cul­­tur­al-beas-de-segu­ra-jaen / Spain

Design­er Pablo Mil­lán
Loca­tion Calle San Fran­cis­co, 18. 23280 Beas de Segu­ra, Jaén
Nation Spain
Design Team

Pablo Mil­lán Mil­lán (aqui­tec­to); José Miguel Fer­nán­dez Cuadros (Arqui­tec­to Téc­ni­co); Simona Bel­mon­do (Arqui­tec­ta); David Vera Gar­cía (Arqui­tec­to); Cris­t­ian Castela González (Arqui­tec­to); Anto­nio M. Cas­tro Car­mona (Arqui­tec­to); Mª Yolan­da Jiménez Moril­las (Arqueólo­ga); Javier Ser­ra­no Ter­rones (Arqui­tec­to Téc­ni­co); Javier Calle­jas Sevil­la (fotó­grafo)

Year 2023
Pho­to credits

01 TO 10 BY JAVIER CALLE­JAS SEVILLA

Pho­to external

Project descrip­tion

Questo prog­et­to si cen­tra essen­zial­mente sul ritrova­men­to di spazi dimen­ti­cati e per­du­ti. Si trat­ta di un monas­tero di suore clarisse, un edi­fi­cio del XVI sec­o­lo che, dopo essere sta­to uno spazio reli­gioso fino al 1835, è sta­to occu­pa­to da abitazioni. Il proces­so di occu­pazione è sta­to tale da can­cel­lare l’impronta dell’insieme al pun­to da inserire diverse res­i­den­ze all’interno del­la stes­sa chiesa.
Dopo un proces­so di acqui­sizione di cias­cu­na delle pro­pri­età da parte del Comune di Beas de Segu­ra, si è dato inizio ad un proces­so di doc­u­men­tazione e stu­dio delle con­dizioni mate­ri­ali esisten­ti, sia a liv­el­lo stori­co, che arche­o­logi­co e architet­ton­i­co. Una vol­ta con­clu­so questo proces­so, siamo sta­ti in gra­do di ritrovare l’impronta dell’impianto orig­i­nale del monas­tero e pro­porre così l’idea di attuare un recu­pero vol­u­met­ri­co sia del­lo spazio reli­gioso che degli edi­fi­ci adiacenti.
Quan­do il prog­et­to si gen­era come un eser­cizio di svuo­ta­men­to più che di addizione, sono gli ele­men­ti esisten­ti a definire l’intervento, men­tre le nuove aggiunte ten­tano di sot­to­lin­eare il carat­tere prog­et­tuale delle architet­ture orig­i­nali. Poiché tutte le epoche las­ciano la loro trac­cia, il proces­so di dis­ve­la­men­to di cias­cuno degli even­ti accadu­ti in questi spazi diviene anche un proces­so di riscop­er­ta del­la storia.
Essendo un monas­tero di tipolo­gia canon­i­ca, il chiostro ordi­na­va tut­to lo spazio monas­ti­co generan­do un vuo­to che met­te­va in comu­ni­cazione le stanze di minor ril­e­van­za (refet­to­rio, dor­mi­tori, cucine…) con gli ambi­en­ti di mag­giore rap­p­re­sen­ta­tiv­ità (chiesa, sala capi­to­lare, sala di pro­fon­dità…). Essendo andati per­si tut­ti i cor­pi di fab­bri­ca eccet­to la chiesa, si è così gen­er­a­to un prog­et­to di vuoti, un prog­et­to di assen­ze che diven­gono man­i­feste attra­ver­so il recu­pero vol­u­met­ri­co del chiostro. Così, come se si trat­tasse di un monas­tero atti­vo, tut­to ruo­ta nuo­va­mente intorno a un nuo­vo chiostro che occu­pa esat­ta­mente la posizione di quel­lo orig­i­nale, evi­den­zian­do le odierne assen­ze. Questo cor­ri­doio, uni­to alla chiesa, con­figu­ra una serie di vuoti, di stanze per­dute, dan­do sen­so a ques­ta anas­tilosi pat­ri­mo­ni­ale che è sta­ta l’obiettivo di tut­to il progetto.
Il prog­et­to, dopo aver elim­i­na­to le super­fe­tazioni negli spazi interni, sot­to­lin­ea e las­cia ogni sin­go­la trac­cia fos­siliz­za­ta nelle pareti come parte del­la sto­ria del monas­tero. All’esterno viene ese­gui­ta un’anastilosi a par­tire da diverse par­ti dis­perse, recu­peran­do parte del­la vol­ume­tria del vec­chio chiostro che dava acces­so alla chiesa.
L’intero proces­so, sia di prog­et­tazione che di costruzione, è dura­to più di quat­tro anni, durante i quali abbi­amo potu­to doc­u­mentare, inves­ti­gare, anal­iz­zare e con­cor­dare tra i diver­si sogget­ti coin­volti la soluzione più adat­ta per il recu­pero di questo spazio patrimoniale.

Explana­to­ry report of the project
Down­load report

Pho­to internal

Tech­ni­cal drawings

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