Det­ta­glio del pro­get­to ed. 2020

ELI­SA VALE­RO – SAN­TA JOSE­FI­NA BAKI­TA CHURCH

Desi­gner Eli­sa Vale­ro Ramos
Loca­tion Pla­ya Gra­na­da, Motril, Granada
Desi­gn Team

Eli­sa Vale­ro Ramos

Anno 2016
Pho­to credits

Fer­nan­do Alda (tut­ti tran­ne gal­le­ria sud)
Enri­co Cano (gal­le­ria sud)

Foto ester­ni

Descri­zio­ne del progetto

Una chie­sa originale
Rela­zio­ne di un’opera a Pla­ya Granada

Sul­la costa tro­pi­ca­le, a sud del­la Sier­ra Neva­da, e mol­to vici­no al mare, si erge una tor­re nel­la che rive­la la pre­sen­za di una nuo­va chie­sa. Si trat­ta di un sem­pli­ce pez­zo di cemen­to, vici­no e acces­si­bi­le, situa­to tra gli albe­ri di un giar­di­no aperto.

La sfi­da di costrui­re uno spa­zio per l’in­con­tro che fac­cia rife­ri­men­to alla tra­scen­den­za è tale che si è deci­so di non cer­ca­re di fare nul­la di nuo­vo, ma di rivol­ger­si alla tra­di­zio­ne dei pri­mi tem­pli cristiani. 

L’ar­chi­tet­tu­ra si pone quin­di al ser­vi­zio del­la litur­gia, inte­gran­do gli ele­men­ti che com­pon­go­no l’in­sie­me. Atrio di acces­so, bat­ti­ste­ro con fon­te bat­te­si­ma­le otta­go­na­le all’in­gres­so, crip­ta, pre­sbi­te­rio, cam­pa­ni­le e coro. Il testo si inse­ri­sce in un deter­mi­na­to con­te­sto, l’in­sie­me dei con­di­zio­na­men­ti pro­pri di que­st’o­pe­ra: la topo­gra­fia, il rego­la­men­to urba­ni­sti­co, la vici­nan­za del mare impli­ca; l’im­por­tan­za del­l’a­cu­sti­ca per il cor­ret­to fun­zio­na­men­to dell’edificio. 

La luce è la mate­ria pri­ma con cui si lavo­ra. Attra­ver­so que­sta si mate­ria­liz­za l’i­dea che Dio è la luce del mon­do, un uni­co Dio e tre per­so­ne. Nel­la chie­sa ci sono tre ingres­si di luce: il pri­mo è un lucer­na­rio nasco­sto orien­ta­to a est, da dove sor­ge il sole, che sim­bo­leg­gia la risur­re­zio­ne di Cri­sto e che illu­mi­na, in modo indi­ret­to ma chia­ro, l’al­ta­re; a ove­st, sopra il coro, alcu­ni fori nel cemen­to per­met­to­no, al calar del sole, di pro­iet­ta­re sul­l’al­ta­re una luce visi­bi­le a for­ma di cro­ce; il ter­zo ingres­so di luce è sul lato sud, attra­ver­so la gra­ta aper­ta al giar­di­no nel­la nava­ta dei fede­li. Una sola luce illu­mi­na la chie­sa in tre modi diversi.

Il gio­co di sca­le si con­ver­te in un altro stru­men­to di pro­get­to. Così, si acce­de sot­to un volu­me di cemen­to che com­pri­me lo spa­zio di tran­si­zio­ne dal­l’e­ster­no per crea­re un mag­gio­re con­tra­sto con l’al­tez­za libe­ra dell’interno.

Il cal­ce­struz­zo, pie­tra arti­fi­cia­le del nostro tem­po, ha anche un valo­re sim­bo­li­co. La nudi­tà di que­sta pie­tra con­tem­po­ra­nea par­la di sin­ce­ri­tà costrut­ti­va e di sobrie­tà. Valo­ri sen­za temp che por­ta­no a puri­fi­ca­re l’ar­chi­tet­tu­ra dall’ornamento e per­met­to­no solo alla luce di influen­za­re gli spazi.

Rela­zio­ne illu­stra­ti­va del progetto
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Foto inter­ni

Dise­gni tecnici

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